VIAREGGIO. “Ci sono momenti in cui la bagarre politica deve fermarsi. Ci sono situazioni in cui la politica deve rendersi conto della distanza abissale che le sue querelle interne hanno nei confronti della realtà. Credo che compito nostro sia quello di fermarci un secondo, alzare l’asticella del ‘politicamente rilevante’ e smetterla di comportarci come se fossimo bimbi che litigano per la merenda.” Queste le parole di Chiara Romanini, presidente del consiglio comunale, in merito alla polemica sulla cittadinanza onoraria ad Ettore Scola.

“La vicenda Scola, a mio parere, è una questione che da positiva ha assunto i toni del dibattito di basso profilo su cui tutti hanno detto la loro. Il mio ruolo è riassunto nell’unico documento scritto di tutta questa vicenda. Cittadino o meno, domani sera il Maestro sarà a Viareggio ed io andrò ad applaudirlo come si deve ai grandi personaggi. Ma la questione, per ciò che mi riguarda, finisce lì. La città chiede ed ha bisogno di molto, molto di più.

“Noi abbiamo una grossa responsabilità ed è quella di dare risposte a chi oggi ha delle difficoltà, chi non vede un futuro, chi non sa come rispondere alle avversità che il momento storico pone davanti. Probabilmente litigare sulle cittadinanze onorarie è più facile e divertente ma la sensazione esterna è quella di una discrasia totale fra politica e mondo reale e questo si ripercuote anche sulla nostra funzione e credibilità.

“Non mi indigno per i mancati riconoscimenti, mi indigno per le code di cittadini che non hanno lavoro, che chiudono attività, cha abbassano le saracinesche perché la politica – tutta – non riesce a risollevare un’economia ai minimi storici. Mi indigno per i miei coetanei costretti a sbarcare il lunario con lavori ‘mordi e fuggi’, per lauree attaccate al muro con un valore inferiore a quello di una carta bollata e mi indigno per uno Stato che anziché proteggerci accetta denaro, e tanto, in cambio dei morti che abbiamo pianto e piangeremo.

(foto Andrea Zani)
(foto Andrea Zani)

“Sono queste le voci che vorrei portare in consiglio comunale. Vorrei un consiglio comunale che, come ha fatto sulla nautica, dia delle risposte concrete, delle linee guida idonee ad indicare il passo all’amministrazione comunale.

“Sono convinta che il consiglio comunale che ho l’onere e l’onore di presiedere abbia chiaro che l’obiettivo del suo mandato non è tenere un basso profilo di zizzania ma è quello di portare dentro il dibattito quei temi che stanno più a cuore ai nostri concittadini.

“Ecco perché, in assenza di una specifica richiesta, mi arrogo il diritto di convocare presto un consiglio comunale di ascolto della città dedicato al commercio, all’economia, al lavoro con la convinzione che la politica, quando si eleva al suo ruolo naturale, è in grado di avere l’umiltà di ascoltare, recepire ed elaborare quelle risposte opportune di stimolo all’azione dell’esecutivo.”

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